E' un problema decisamente irrisolvibile e legato a fattori puramente personali ed occasionali.
Andare in pensione ha senso perchè significa smettere di lavorare.
Il lavoro è (o dovrebbe essere) il presupposto fondamentale della nostra società secondo la costituzione.
Il primo articolo della costituzione comporta sia il diritto al lavoro che il dovere di lavorare.
Questa particolare azione che l'uomo deve svolgere per quasi tutta la sua vita, viene dunque interpretata come mezzo e fine della società italiana.
Ma allora, perchè il lavoro è generalmente malvisto dalla maggioranza degli italiani, che invece non aspettano altro che andare in pensione?
C'è un errore di fondo: quello di aver basato una società sul lavoro mentre sarebbe stato più ragionevole e meno ipocrita basarla sul raggiungimento del benessere personale di ogni individuo che la compone e incentivare il lavoro come mezzo per raggiungere tale fine.
Sarebbe un cambiamento importante, perchè il lavoro individuale potrebbe essere interpretato come mezzo provvisoriamente utilizzato per raggiungere il benessere.
Utile solo finchè non rimpiazzato da un sistema migliore.
La pensione dovrebbe essere vista solo come la fine dello svolgimento di un servizio utile alla società per il sopraggiungere di evidenti limiti fisici o psichici e non come liberazione da una aberrante schiavitù.
Naturalmente questa è solo fantasia, chissà, magari fra cento anni, in un mondo di robot, computer intelligenti e macchine sofisticatissime, dove l'uomo potrebbe limitarsi ad esercitare solo funzioni di controllo, questo potrebbe essere possibile.
La difficoltà non è nella realizzazione tecnologica di un sistema del genere, che potrebbe essere abbozzato anche oggi, ma nella trasformazione della società che avendo identificato il benessere con il profitto, è cieca verso qualunque altra possibilità di poter vivere degnamente una vita decente.
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E' giusto quello che dici, ma anche questo succede perchè il sistema del lavoro è estremamente statico.
Un lavoratore può iniziare come operaio di fonderia, ma perchè è costretto a farlo per tutta la vita?
In un'ottica di formazione professionale che dura per tutta la vita puoi cominciare dal lavoro più umile ed in teoria finire come supermegadirigente di una multinazionale.
Il ricambio generazionale potrebbe avvenire riservando lavori fisicamente più impegnativi ai giovani che, crescendo professionalmente svolgerebbero poi mansioni sempre meno fisiche e più organizzative ed amministrative.
Il lavoro diventerebbe più piacevole, ognuno avrebbe la possibilità di trovare quello più adeguato ai suoi stimoli e soprattutto non invecchieresti spalando carbone in un altoforno.
Queste sono solo possibilità, senza nessuna pretesa di aver risolto il problema del lavoro, ma semplicemente per proporre un modo diverso e, dal mio punto di vista, più stimolante di pensare ad una società più giusta verso l'individuo che vi partecipa.
Il sistema del lavoro è praticamente immutato da secoli, l'unico grande rinnovamento sono stati i sindacati, che però, ormai sono diventati quel che ben vediamo.
Penso che sarebbe ora di riformulare tutto sotto una luce più attuale e con un occhio di riguardo al futuro ed alla persona che, per ora, è solo un ingranaggio poco importante della grande macchina del profitto.