Direi che mi trovi abbastanza in accordo, salvo che io farei qualche piccola aggiunta:
a) il divieto di pubblicare dovrebbe essere assoluto e senza termini di sorta, anche in caso di rinvio a giudizio e di condanna fino al terzo grado, per le parti riguardanti terzi non coinvolti direttamente, e per tutto ciò che non attenga a questioni di interesse collettivo: in altri termini, non c'è ragione perchè si debba portare a conoscenza del mondo il fatto che la sora Maria, sia o sia stata l'amante di chicchessia, anche se costui è un delinquente della peggior specie ed è stato definitivamente condannato.
b) L'intercettazione dovrebbe essere come dici, solo strumento di verifica ed indagine, non strumento di ricerca di qualcuno da inquisire e cioè, l'intercettato dovrebbe essere già indagato con sufficienti indizi per l'apertura di un procedimento. Inoltre, laddove l'intercettazione come del resto altro tipo di indagine, consenta di rilevare la fattispecie di un reato in fase di realizzazione, l'intervento delle FdO, con conseguente arresto del criminale, dovrebbe essere immediato, allo scopo di impedirgli di commettere il reato di cui. Attualmente il sistema è un po' diverso: si indaga su tizio, e gli si lascia commettere reati di tutti i generi, raccogliendone le prove per poi condannarlo, fregandosene completamente dei danni che costui causa ai terzi e alla collettività.
@Bedu: Quello che dici è, filosoficamente, molto corretto, ma sottende che le "autorità" siano sempre "pulite", oneste, equidistanti, giuste, efficienti, abbiano il senso delle proporzioni, il senso del privato e così via... non mi pare proprio che attualmente ci siano queste condizioni, ne ritengo che ci potranno mai essere.